Perché Bio Suisse rinuncia all’ingegneria genetica

L’ingegneria genetica consente di modificare in modo mirato il patrimonio genetico di piante e animali da reddito agendo su sequenze di DNA. Presentiamo questa tecnologia e spieghiamo perché Bio Suisse vi rinuncia e richiede libertà di scelta per gli agricoltori e i consumatori.

L’essere umano iniziò ad addomesticare gli animali e a selezionare le piante per adattarli alle proprie esigenze già oltre 10’000 anni fa. Per questo motivo, le nostre mucche producono oggi 25 litri di latte al giorno, il triplo rispetto a 100 anni fa. Le galline depongono un uovo al giorno, senza pause invernali, mentre le carote sono molto più dolci della varietà selvatica.

Grazie alla selezione naturale, la resa e la qualità dei nostri animali e delle nostre piante da reddito e quindi dei nostri alimenti sono aumentati costantemente nel corso dei secoli. Attraverso la selezione delle caratteristiche desiderate, l’allevamento di animali particolarmente produttivi e la coltivazione di piante ad alto rendimento, gli agricoltori sono in grado di produrre la massima quantità di alimenti di alta qualità nel minor spazio possibile.

Le mucche sono in piedi nella stalla, le mammelle sono visibili nelle vicinanze.
(FiBL)

Nuove proprietà con gli OGM

La base della selezione è data dal fatto che le proprietà di un animale o di una pianta sono definite nel genoma, cioè nell’insieme dei geni. Nel 1953 i ricercatori Francis Crick e James Watson scoprirono la doppia elica del genoma. Questo fu il punto di partenza per modificare permanentemente il genoma, cioè l’insieme dei geni, intervenendo sui geni stessi, in modo che determinate caratteristiche venissero stabilmente integrate anche nei discendenti degli organismi geneticamente modificati (OGM).

Così, ad esempio, una mela originariamente verdastra può sviluppare un colore rossastro, o un pomodoro può essere selezionato per diventare più resistente, in modo da sopportare meglio il trasporto. Queste modifiche rispondono alle esigenze del commercio, ma spesso vanno a scapito di altre caratteristiche, come il sapore.

L’ingegneria genetica si è presentata con la promessa di dotare rapidamente le piante di nuove caratteristiche e talvolta ci riesce. Tuttavia, non si può ignorare che gli effetti collaterali e le conseguenze a lungo termine sono ancora poco chiari. Inoltre, i principali beneficiari non sono gli agricoltori o i consumatori, bensì le aziende produttrici di sementi.

Mais giallo
(FiBL)

Resistenza agli erbicidi

Nell’agricoltura industriale, l’ingegneria genetica viene spesso impiegata per rendere cereali o verdure resistenti a determinati parassiti. Ciò avviene, ad esempio, inserendo una tossina proveniente dal batterio del suolo Bacillus thuringiensis (tossina Bt): i predatori muoiono quando si nutrono delle colture geneticamente modificate. Un altro meccanismo per gli organismi geneticamente modificati (OGM) è quello di integrare la resistenza agli erbicidi nella pianta: un campo di mais viene irrorato con un erbicida predefinito, muoiono solo le erbe selvatiche. Il mais OGM rimane illeso e può crescere ancora più forte.

Anche gli animali da reddito possono essere modificati geneticamente e resi più appetibili per l’alimentazione umana: una razza suina geneticamente modificata cresce più velocemente o presenta un rapporto più interessante tra grassi e carne dal punto di vista umano. Le vecchie tecniche di ingegneria genetica hanno tuttavia ottenuto scarsi risultati in questo ambito. Gli animali transgenici risultavano spesso più vulnerabili alle malattie o non erano in grado di sopravvivere, motivo per cui l’ingegneria genetica non si è ancora affermata nell’allevamento degli animali da reddito.

Mele rosse
(FiBL)

Ingegneria genetica verde, rossa, bianca

L’ingegneria genetica, oltre all’agricoltura – dove è chiamata «ingegneria genetica verde» – riguarda anche la medicina, la cosiddetta «ingegneria genetica rossa». Quest’ultima si occupa della produzione di nuovi vaccini, medicamenti, terapie geniche o sistemi diagnostici. In medicina, di recente, CRISPR/Cas9 ha rivoluzionato la ricerca: è una tecnica che consente di apportare modifiche geniche mirate nelle cellule. In questo modo è possibile correggere mutazioni del DNA che causano malattie.

Il potenziale delle terapie geniche potrebbe crescere ulteriormente, in quanto l’editing del genoma potrebbe alleviare o addirittura curare gravi malattie ereditarie. Ma questi possibili progressi dell’ingegneria genetica rossa non consentono di concludere che CRISPR/Cas9 funzioni anche per l’ingegneria genetica verde: lo studio da parte dei biologi in un laboratorio con condizioni controllate non è paragonabile all’applicazione pratica in un ecosistema complesso.

Caglio di laboratorio

Esiste un altro ambito di applicazione chiamato «ingegneria genetica bianca». Si tratta di applicazioni industriali, ossia enzimi, additivi alimentari o microrganismi viventi prodotti geneticamente che possiedono particolari proprietà non presenti in natura. Ad esempio, la maggior parte degli enzimi utilizzati oggi nei detersivi è prodotta con microrganismi geneticamente modificati; nel prodotto finale questo processo non è più rilevabile.

In alcuni casi l’«ingegneria genetica bianca» riguarda anche l’agricoltura. Un prodotto importante in questo ambito è l’enzima caglio (chimosina), che tradizionalmente viene prelevato dallo stomaco di vitelli macellati, ma può anche essere prodotto con metodi di ingegneria genetica. Anche l’enzima lisina viene impiegato come additivo per foraggi in agricoltura.

Per il settore alimentare sono di grande importanza le vitamine come la B12 e i dolcificanti. I prodotti ottenuti con l’ausilio di microrganismi geneticamente modificati vengono successivamente purificati dagli OGM. Di conseguenza non devono essere dichiarati come geneticamente modificati. I prodotti così ottenuti, autorizzati nell’UE, dal 2020 sono automaticamente commerciabili anche in Svizzera.

Pomodori gialli e rossi
(FiBL)

Crescere più velocemente, ma con rischi

L’ingegneria genetica, vale a dire un intervento sul genoma, può significare che singoli geni esistenti vengono attivati e disattivati. Ma si possono modificare le caratteristiche di un organismo anche introducendo nuovi geni. Molti dei vantaggi spesso citati sono finora soltanto promesse non ancora realizzabili:

Piante

  • crescita più rapida
  • frutti più grandi
  • maggiore durata di conservazione o logistica più semplice, perché meno suscettibili alle ammaccature, ad esempio nel caso dei pomodori
  • più ingredienti benefici come proteine o vitamine, ad esempio nel riso o nello zucchero
  • meno ingredienti indesiderati, come le sostanze amare, ad esempio nelle melanzane
  • crescita anche in condizioni climatiche non ottimali per la specie vegetale

Animali

  • maggiore rendimento (latte, uova)
  • crescita più rapida
  • meno grasso, più carne
  • crescita in condizioni più fredde del consueto (ad esempio per i pesci da allevamento)

L’uso dell’ingegneria genetica, sia nelle piante che negli animali, comporta dei rischi per la salute e dei rischi biologici, nonché delle riserve etiche.

Grano infestato dal fungo della segale cornuta
Il grano geneticamente modificato con resistenza alla peronospera è stato più spesso colpito dal fungo tossico della segale cornuta.
(FiBL)

Rischi per le piante geneticamente modificate

  • La modifica del patrimonio genetico degli esseri viventi implica che questi possano riprodursi e, se non limitati, diffondersi in modo incontrollato al di fuori del perimetro previsto.
     
  • Con la dispersione del polline è possibile trasferire il patrimonio genetico anche alle piante convenzionali. Soprattutto in un paese piccolo come la Svizzera, il rischio che il polline di piante geneticamente modificate passi a piante non modificate o addirittura a piante di coltivazione biologica è particolarmente elevato. I discendenti così ottenuti sono anch’essi OGM.
     
  • Spesso gli effetti negativi si manifestano solo nella seconda generazione, come dimostra uno studio del 2019 per l’UE e la Svizzera. Tali effetti includono la diffusione indesiderata dei discendenti ibridi delle piante, che ha portato alla contaminazione di raccolti convenzionali o bio.
     
  • Mancano studi sugli effetti a lungo termine per la nostra salute di alimenti o foraggi geneticamente modificati.
     
  • Nel frattempo, numerose specie di insetti sono diventate resistenti alla tossina del Bacillus thuringiensis (tossina Bt).
     
  • Il grano geneticamente modificato con resistenza alla peronospera si è rivelato sensibile allo stress in campo aperto. Ha avuto una resa inferiore del 50 % ed è stato più spesso colpito dal fungo tossico della segale cornuta.

Rischi per gli animali geneticamente modificati

  • Ogni intervento sul patrimonio genetico degli animali è potenzialmente associato a sofferenza. Già la sola ricerca dell’ingegneria genetica sugli animali da reddito «consuma» enormi quantità di esemplari.
     
  • La selezione di animali, come è stata condotta finora, ha già portato a degli eccessi, ad esempio con polli che riescono a malapena a stare in piedi o mucche che producono enormi quantità di latte. L’ingegneria genetica lascia presagire che possano aumentare ulteriormente tali eccessi nelle selezioni con conseguenti sofferenze per gli animali.
     
  • I potenziatori di rendimento prodotti geneticamente hanno chiaramente delle conseguenze negative per il benessere degli animali. Ne è un esempio la somatotropina ricombinante (rBST), approvata negli Stati Uniti e in una dozzina di altri paesi. Iniettando questo preparato si ha una maggiore produzione di latte. Il rovescio della medaglia è che aumentano le malattie della mammella e gli animali sono esposti a ulteriori stress.
     
  • Negli Stati Uniti e in Canada è stato approvato il cosiddetto «salmone turbo», un salmone che tollera meglio il freddo, mangia molto e cresce rapidamente. Se tali salmoni dovessero uscire dalla cattività, potrebbero sconvolgere intere catene alimentari: il salmone turbo inizierebbe prima la ricerca di cibo e mangerebbe di più, danneggiando così la base alimentare di altre specie. Alla fine del 2024, tuttavia, AquaBounty, il titolare del brevetto del salmone turbo, ha cessato la sua attività per motivi economici.

Un caso speciale è il cosiddetto Gene Pharming, una combinazione di ingegneria genetica rossa e verde: gli animali da reddito vengono modificati geneticamente in modo da produrre un medicamento ed espellerlo regolarmente con il latte. Ne è un esempio l’antitrombina, un medicamento contro la trombosi, prodotto da capre OGM. Tuttavia, gli animali transgenici sono soggetti a malattie, talvolta a malformazioni, e hanno brevi aspettative di vita.

Infine, le aziende che operano nel settore dello xenotrapianto stanno conducendo ricerche per modificare geneticamente gli animali in modo che i loro organi possano essere trapiantati in persone malate e non vengano successivamente rigettati.

In Svizzera è attualmente vietata la coltivazione commerciale di piante da reddito.

Nell’UE ne è ammessa la coltivazione di diverse varietà. Tuttavia, secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, MON810 è l’unica pianta coltivata che viene effettivamente prodotta. MON810 è una varietà di mais geneticamente modificata resistente agli insetti della multinazionale Monsanto, che viene coltivata soprattutto in Spagna e, in misura minore, in una manciata di altri paesi dell’UE come foraggio per animali.

In tutto il mondo vengono coltivate molte varietà geneticamente modificate di oltre 30 piante da reddito e ornamentali: si va dal mais (anche per la produzione di carburante e di mangimi per animali) alla soia e dal cotone alle rose. Esistono autorizzazioni in oltre 70 paesi. I cinque principali paesi di coltivazione sono Stati Uniti, Brasile, Argentina, Canada e India.

Un campo pieno di piante verdi

Riserve

Oltre ai rischi, vi sono anche riserve di carattere generale contro l’ingegneria genetica verde. Sia per le piante che per gli animali, si pone la questione etica se sia lecito modificare radicalmente gli esseri viventi attraverso l’ingegneria genetica. Infatti, poiché anche i loro discendenti erediteranno queste caratteristiche, si pone il problema relativo a un’eventuale violazione della dignità della creatura.

Un’altra riserva riguarda il ricorso all’ingegneria genetica in agricoltura, che si concentra in primo luogo sull’aumento della produttività. Ad esempio, le sementi geneticamente modificate sono brevettate e spesso commercializzate in pacchetti che includono i fertilizzanti e i pesticidi idonei. Ciò aumenta la dipendenza degli agricoltori dalle aziende produttrici.

L’ingegneria genetica promuove quindi un’agricoltura industriale, che a sua volta è una delle cause principali di problemi globali come la crisi climatica, l’erosione, la scarsità di acqua potabile e lo sfruttamento sociale. La sfida principale per l’agricoltura globale non è solo quella di produrre il più possibile, ma anche di sostenere sistemi alimentari neutrali dal punto di vista climatico, socialmente sostenibili e rispettosi della biodiversità.

Perché Bio Suisse si impegna a favore dell’iniziativa per la protezione degli alimenti

1. Le nuove tecniche di ingegneria genetica minacciano il vostro diritto fondamentale di decidere cosa arriva nel vostro piatto. Una produzione alimentare garantita senza OGM diventa impossibile non appena le tecniche di ingegneria genetica vengono autorizzate senza regolamentazione.

2. La tavola da pranzo non deve essere un laboratorio sperimentale. Le tecniche di ingegneria genetica comportano costi e rischi elevati e i loro vantaggi sono incerti. Nessuno può prevedere le conseguenze a lungo termine degli alimenti geneticamente modificati.

3. Le tecniche di ingegneria genetica sono un attacco alla nostra agricoltura locale. Con i loro brevetti, le aziende domineranno il mercato delle sementi e soppianteranno i piccoli selezionatori. In questo modo, faranno aumentare i prezzi dei prodotti alimentari. La Svizzera perderà il suo prezioso vantaggio di essere libera dall’ingegneria genetica: questo è fatale per l’agricoltura del nostro paese.

La situazione giuridica dell’ingegneria genetica verde in Svizzera

In Svizzera, nel 2005 è stata introdotta una moratoria per la coltivazione commerciale di piante da reddito geneticamente modificate. Da allora il Consiglio federale ha prorogato la moratoria più volte, l’ultima delle quali arriverà alla fine del 2025. Con l’ultima proroga della moratoria, il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di elaborare una legge che regoli le nuove tecniche di ingegneria genetica nella selezione vegetale per l’impiego agricolo.

Il presupposto necessario per le piante ottenute con le tecniche di ingegneria genetica è che abbiano un valore aggiunto dimostrato per l’agricoltura, l’ambiente o i consumatori. Fino all’entrata in vigore di tale regolamentazione, dovrà essere prorogata la moratoria. Il Parlamento ha quindi proposto di prorogare la moratoria fino al 2027.

Nel 2025 il Consiglio federale ha approvato la proroga della moratoria, ma propone di estenderla sin d’ora di cinque anni, fino alla fine del 2030. Le emissioni sperimentali sono possibili con un’apposita autorizzazione su campi recintati e sorvegliati. Dal 2009 l’Ufficio federale dell’ambiente ha autorizzato 18 di questi esperimenti, di cui tre solo nel 2024.

Iniziativa alimenti senza OGM
(Simon Boschi)

I consumatori esprimono pareri contrari

L’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria è responsabile dell’autorizzazione all’immissione in commercio di alimenti contenenti organismi geneticamente modificati. Finora ha approvato una linea di soia e tre linee di mais di tali organismi come alimenti. A ciò si aggiungono due vitamine, due cagli, due tipi di zucchero come ingredienti e diversi enzimi alimentari come coadiuvanti per la trasformazione da impiegare negli alimenti.

Le varietà di soia e mais menzionate non possono essere coltivate in Svizzera a causa della moratoria, ma teoricamente possono essere importate e vendute con una dichiarazione. Al momento però non si è a conoscenza di alcun alimento venduto nel nostro paese con la dichiarazione di OGM. L’opposizione delle consumatrici e dei consumatori a tali prodotti è troppo forte.

Anche Crispr/Cas9 si basa sull’ingegneria genetica

Le nuove tecniche di ingegneria genetica come Crispr/Cas9 consentono di modificare gli organismi in modo più mirato. In tal caso si parla di editing genetico o editing del genoma. Questa nuova tecnica promette di essere più precisa, più veloce e più economica delle precedenti. Inoltre, queste tecniche di ingegneria genetica non lasciano tracce, fatta eccezione per il nuovo gene. Per questo motivo nel 2023 il Parlamento europeo ha deciso che non fosse necessaria una dichiarazione OGM per tali prodotti. Ora sono in corso nuove trattative anche a livello UE, con esito ancora incerto.

Nell’autunno del 2024, il consigliere federale Albert Rösti ha presentato la proposta di regolamentare le nuove tecniche di ingegneria genetica in una legge speciale. Il Consiglio federale ha quindi seguito l’esempio dell’UE, che intende anch’essa regolamentare le tecniche d’ingegneria genetica in una legge separata. Invece di parlare di ingegneria genetica, il Consiglio federale ha parlato di «nuovi metodi di selezione». Già allora l’Ufficio federale di giustizia aveva espresso dure critiche: «La regolamentazione delle nuove tecniche di ingegneria genetica in una legge speciale porta a confusione sulla vera natura dei metodi e dei prodotti che ne derivano». Anche Crispr/Cas9 e altri sistemi di forbici genetiche si basano sull’ingegneria genetica. Per Bio Suisse è quindi chiaro che l’agricoltura biologica deve restare priva di ingegneria genetica.

Il periodo di raccolta delle firme a favore dell’iniziativa per gli alimenti senza OGM («Iniziativa per la protezione degli alimenti») scade a marzo 2026. Anche Bio Suisse sostiene la petizione popolare richiedendo che anche gli OGM prodotti con i nuovi metodi di ingegneria genetica siano soggetti alla legislazione esistente sull’ingegneria genetica, compresa la valutazione dei rischi. Per Bio Suisse la libertà di scelta della popolazione e degli agricoltori è una questione di grande importanza: le persone devono sapere cosa cresce nei loro campi e cosa c’è nei loro piatti. Per le aziende agricole e di trasformazione certificate Gemma Bio vige un divieto assoluto di ingegneria genetica: sono vietate tutte le applicazioni dell’ingegneria genetica verde.

L’editing del genoma (in inglese: gene editing o genome editing) è la modifica mirata del patrimonio genetico. Questa tecnica sostituisce i metodi precedenti, che erano molto complessi.

Con i metodi di ingegneria genetica convenzionali non era possibile controllare dove e con quale frequenza un nuovo gene venisse inserito nel genoma. Per questo motivo gli effetti dell’ingegneria genetica erano a volte sorprendenti e spesso addirittura indesiderati.

Gli organismi geneticamente modificati sono identificabili come tali.

Con l’editing del genoma viene invece indotta una mutazione in un punto predeterminato del genoma. Anche in questo caso sono possibili mutazioni indesiderate, ma sono meno frequenti. Nell’editing del genoma viene utilizzato, ad esempio, il metodo Crispr/Cas9. Se viene inserito DNA proveniente dallo stesso organismo, tale organismo può essere distinto da quelli naturali solo se si rivela il percorso di selezione o si introduce un gene estraneo alla specie. Se invece si tratta di un gene trasferito da un’altra varietà della stessa specie, non è possibile distinguere tra ingegneria genetica e selezione classica.

L’effetto è però lo stesso: invece di ottenere delle selezioni nel corso di decenni, nascono nuove varianti in brevissimo tempo. Non è certo come queste si comporterebbero sul campo e quali effetti avrebbero sull’ambiente naturale.

Selezione: l’alternativa bio alle forbici genetiche

L’ingegneria genetica ama definire i suoi prodotti come risultati di una «selezione moderna» e sottolinea che raggiunge l’obiettivo molto più velocemente rispetto ai metodi precedenti. In effetti, le nuove varietà possono essere disponibili più rapidamente.

Tuttavia, mentre l’ingegneria genetica modifica una singola caratteristica della pianta da reddito – che può essere una resistenza o una maggiore produttività – la selezione vegetale tradizionale, e in particolare quella bio, verifica che la nuova varietà non solo abbia una resa stabile, ma si adatti anche al sistema agricolo sotto altri aspetti.

Ciò include il fatto che la nuova varietà selezionata utilizzi acqua e nutrienti in modo efficiente, sia competitiva nei confronti delle erbe infestanti, presenti una certa tolleranza a parassiti e malattie, sia meglio adattata al luogo in cui si trova e sia compatibile con altri fattori ambientali. La selezione genetica tradizionale consente anche ai piccoli fornitori di sviluppare varietà e di beneficiare dei progressi della selezione di terzi. Queste selezioni rendono inoltre gli agricoltori più indipendenti, che così hanno una scelta più ampia e non dipendono dalle sementi geneticamente modificate.

Campo di colza
La colza dovrebbe essere coltivata anche in agricoltura biologica per ottenere rese elevate e stabilità.
(FiBL)

In che direzione procede il viaggio nella selezione bio di piante e animali?

L’Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica (FiBL) sta attualmente conducendo diversi esperimenti che mostrano quali obiettivi si prefigge una selezione più lenta, ma anche più sostenibile:

Selezione vegetale

  • La colza, finora coltivata principalmente in modo convenzionale, dovrebbe poter essere coltivata in modo redditizio e stabile anche nell’agricoltura biologica e resistere al crescente cambiamento climatico. Le varietà corrispondenti devono quindi utilizzare nel miglior modo possibile i nutrienti disponibili e consumare meno acqua rispetto alle varietà tradizionali. (RapsOrg)
  • Le leguminose fanno bene al terreno perché fissano i nutrienti. I loro frutti, come la soia, sono sempre più richiesti come proteine vegetali. Un progetto di selezione sta quindi cercando nuove varietà più resistenti alla siccità, alle malattie e ai cambiamenti climatici.
  • Ogni pianta da reddito ha delle parenti selvatiche, le cosiddette «cugine» e, attraverso l’incrocio con queste, può essere talvolta adattata a nuovi fattori ambientali come il cambiamento climatico. Il progetto identifica le cugine di sei importanti colture campione e mostra come sia possibile effettuare una selezione in stretta collaborazione con gli agricoltori e i consumatori. (Cousin)
Polli a duplice attitudine
L’obiettivo è identificare i tipi ideali a duplice attitudine.
(Jakob Ineichen)

Selezione animale

  • Dal 1o gennaio 2026 nell’agricoltura biologica sarà vietato uccidere i pulcini maschi. Da un lato, i pollastri delle galline ovaiole vengono allevati, dall’altro l’agricoltura biologica punta sui polli a duplice attitudine, che depongono uova e producono carne. A tal fine, si dovrebbero privilegiare i tipi a duplice attitudine e le linee o razze adatte all’agricoltura biologica. L’obiettivo è identificare i tipi ideali a duplice attitudine. (Biohahn)
  • La selezione convenzionale di mucche da latte ha come obiettivo la massima produzione di latte possibile. Il rovescio della medaglia è l’alto consumo di foraggio concentrato e una maggiore vulnerabilità alle malattie degli animali. Le aziende bio seguono un percorso diverso, dato che gli animali mangiano prevalentemente foraggio grezzo. È prevista la selezione di 40 tori particolarmente adatti all’industria lattiero-casearia bio. Ogni anno verranno messi a disposizione 4’000 dosi di seme per l’inseminazione artificiale al fine di migliorare l’allevamento bio di mucche da latte. (Bio-KB)
  • In Svizzera ci sono poche razze di suini. L’obiettivo del progetto è quello di allevare una nuova razza che soddisfi le esigenze delle aziende Demeter e delle aziende bio. Il maiale frugale e robusto dovrebbe corrispondere al mangime disponibile nelle aziende agricole bio e a un sistema di allevamento adeguato a tali animali. (Unser Hausschwein)

Crispr/Cas9 è anche chiamato forbice genetica o bisturi molecolare. È attualmente il metodo più importante di editing del genoma ed è in grado di tagliare con precisione la molecola del patrimonio genetico, il DNA. Con le forbici genetiche si induce una rottura del doppio filamento del DNA, come avviene anche nelle mutazioni naturali. Nel punto di taglio si possono poi disattivare singoli geni o inserirne di nuovi, anche estranei alla specie.

In origine il metodo era stato studiato sul sistema immunitario dei batteri. La biochimica Jennifer Doudna e la microbiologa Emmanuelle Charpentier hanno studiato il metodo Crispr/Cas9 come forbice genetica. Nel 2020 hanno ricevuto il Premio Nobel per la Chimica per la loro attività di ricerca.

Campo di grano
(René Schulte)

Esempio: dall’erba selvatica al grano panificabile

Il grano è oggi il cereale più importante al mondo. Il suo precursore, la spelta minore, era coltivato come pianta da reddito già 10’000 anni fa. Attraverso un incrocio casuale con un’altra erba selvatica e un’ulteriore selezione, si è arrivati al grano duro, oggi utilizzato soprattutto per la pasta. Il cosiddetto grano tenero, materia prima per il pane, si basa su un incrocio tra il farro selvatico e un’altra erba selvatica.

Questo incrocio, l'attuale spelta, è stato ulteriormente selezionato per ottenere il grano tenero. All’inizio, i selezionatori sceglievano piante con le caratteristiche desiderate e le moltiplicavano. Nel XIXo secolo questi incroci selettivi sono stati sostituiti da miglioramenti genetici basati su incroci più mirati. In base alle leggi di Mendel sull’ereditarietà, si è imparato a combinare le caratteristiche desiderate di diverse piante singole.

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