Quanto sono sostenibili le capsule di caffè in alluminio?

26. novembre 2020

Biologico e certificato Fair Trade, questo è il caffè con la Gemma «La Mocca Bio» in vendita alla Coop. Ora è confezionato in capsule di alluminio anziché di plastica. La stessa cosa vale per le capsule del marchio interno La Semeuse. Il pregio delle capsule in alluminio: sono completamente riciclabili. Il difetto: la produzione di alluminio è ad alta intensità energetica e l’estrazione della bauxite è associata all’inquinamento ambientale. Quanto è davvero sostenibile? Anche noi ce lo siamo chiesti.
Leggete l'intervista con Guido Fuchs, responsabile del progetto sostenibilità presso Coop con particolare attenzione ai temi non-food, rifiuti/riciclaggio/smaltimento e alle questioni generali di gestione del riciclaggio.
Guido Fuchs, Coop

Signor Fuchs, perché per il caffè Gemma Coop e l’azienda produttrice di caffè UCC, che realizza per Coop il marchio interno «La Mocca», nonché La Semeuse sono passate dalle capsule di plastica a quelle di alluminio?

Coop, UCC e La Semeuse pretendono che venga riciclato il maggior numero possibile di capsule e che, così, la produzione delle stesse diventi più sostenibile. Tenendo conto di tutti gli aspetti ambientali, questo è il caso della capsula di alluminio.

Per produrre l’alluminio serve moltissima energia. E anche l’estrazione di bauxite comporta grandi problemi ambientali: devastazione paesaggistica, deforestazione, formazione di fanghi tossici. Cosa c’è di sostenibile in tutto questo?

Ha ragione nel dire che l’estrazione di bauxite e la produzione di alluminio grezzo comportano un notevole impatto ambientale. Tuttavia l’alluminio è un cosiddetto «materiale permanente», che può quindi essere fuso per un numero illimitato di volte e utilizzato per nuovi prodotti, senza downcycling. Si può pertanto ridurre al minimo l’immissione di alluminio nuovo.

Come raggiungete la quota di riciclaggio necessaria pari almeno all’80 %, in modo che il bilancio ecologico sia veramente equivalente ovvero migliore rispetto a quanto avviene con la plastica?

Al momento non sappiamo quante delle attuali capsule di alluminio vengano effettivamente riciclate. Insieme all’introduzione delle capsule di alluminio, però, comunichiamo anche che le capsule usate possono essere restituite presso ogni supermercato Coop, come del resto finora anche presso le filiali Interdiscount. Monitoreremo continuamente il flusso di ritorno, attivandoci ogni volta nel comunicare i casi in cui la quantità non dovesse essere sufficiente. Sicuramente è possibile raggiungere una quota di riciclaggio dell’80 % se la paragoniamo alle lattine per bevande in alluminio, alle bottiglie in PET e a quelle di vetro simili da questo punto di vista.

Dove vengono riciclate le capsule di caffè e come ci arrivano? È tutto calcolato nel bilancio ecologico?

Le capsule raccolte nei supermercati Coop vengono riportate, con i nostri camion di approvvigionamento, nella centrale di distribuzione, dove vengono depositate temporaneamente. Quando i relativi container di raccolta sono pieni, vengono ritirate da un fornitore di servizi e trasportate nello stabilimento di riciclaggio dell’azienda Barec a Moudon, dove si procede alla separazione di fondo del caffè e alluminio. Il fondo del caffè viene fermentato in un apposito impianto nelle vicinanze. Tutto ciò è già stato calcolato in due bilanci ecologici.

Qual è la percentuale di caffè Gemma nel vostro assortimento?

Quasi il 10 %.

Il caffè Gemma in capsule presenta ulteriori vantaggi in termini di sostenibilità?

Sì, è anche certificato «Fair Trade». In tal modo i piccoli agricoltori nelle regioni di coltivazione di caffè hanno un reddito stabile e migliore.

Anche nel caffè convenzionale puntate agli standard di sostenibilità?

Sì. Al momento già il 95,5 % dei caffè con marchio proprio nell’assortimento Coop, tra cui rientrano chicchi di caffè, caffè macinato e capsule, ha uno standard di sostenibilità nella coltivazione. La maggior parte presenta la certificazione «Fair Trade» e Gemma. Alcuni articoli, appartenenti al marchio commerciale Prix Garantie, sono certificati UTZ e Rainforest Alliance. Entro la fine del 2020 puntiamo ad avere nell’assortimento del nostro marchio interno caffè certificato e sostenibile al 100 %. Inoltre ci impegniamo, in modo che anche i produttori di articoli di marca amplino continuamente la quota di caffè certificato.

E per lei, personalmente, che cosa conta in una tazza di caffè?

Per me è importante che il caffè sia prodotto il più possibile biologicamente e trattato in modo equo e solidale. E naturalmente mi deve piacere. Bevo diversi tipi di caffè e ne provo sempre di nuovi, in particolare caffè «single origin», se soddisfano entrambe le condizioni. Anche per quanto riguarda il modo di prepararlo ho gusti diversi. In ufficio le capsule «La Mocca Bio», a casa, se vado di fretta, il caffè della macchina automatica e nel fine settimana, quando ho tempo, uso la caffettiera AeroPress.

Ulteriori informazioni sulle capsule di caffè «La Mocca Bio» sono disponibili qui.

A colloquio con: Karin Nowack, Bio Suisse; Foto: mad

Nel bilancio ecologico del caffè, che cos’è meglio: in capsule o sfuso?

Nei bilanci ecologici è importante non mettere a confronto il giorno e la notte, ma un prodotto esattamente definito. In questo caso una tazza di caffè o, più precisamente, 40 millilitri di caffè. Nel bilancio ecologico vengono calcolati tutti gli effetti ambientali generati fino alla tazza di caffè finita: l’agricoltura nella piantagione di caffè, la raccolta, il trasporto, la lavorazione, l’imballaggio, la preparazione e lo smaltimento.
La consulente specializzata in sostenibilità dell’azienda Quantis ha allestito, su incarico di Coop, un bilancio ecologico di questo tipo per una tazza di caffè finito. Al riguardo, tra tutte le varianti, la capsula di caffè in alluminio presenta i risultati migliori, in particolare quando viene interamente riciclata. Oltre alle capsule in alluminio sono state esaminate anche capsule in plastica, bioplastica, caffè filtrato e delle macchine automatiche.
Gli oneri maggiori per l’imballaggio delle capsule vengono compensati da un minore consumo di caffè (meno grammi di caffè nella capsula) e dalla fase di utilizzo ottimizzata. Con fase di utilizzo s’intende l’impatto ambientale della macchina da caffè, inclusi produzione della macchina stessa, riscaldamento ecc. È importante soprattutto che le capsule possano essere veramente riciclate per intero, vale a dire che i clienti devono riportarle nella filiale. Solo in questo modo l’alluminio, come materia prima, resta nel ciclo e può essere riutilizzato.

Qui i risultati dello studio (solo in tedesco)

Karin Nowack, Bio Suisse


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